Un gruppo di esperti di diritto d’autore si è schierato apertamente con gli autori che hanno citato in giudizio Meta, accusando la società di aver “nutrito” i suoi modelli di intelligenza artificiale Llama con i loro ebook, senza il permesso necessario. Hanno espresso il loro sostegno attraverso un *amicus brief*, un documento legale che offre una prospettiva esterna al tribunale.

Questo *brief*, depositato presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California, divisione di San Francisco, non usa mezzi termini. Definisce la difesa di Meta, basata sul *fair use*, come un’assurda richiesta di privilegi legali superiori a quelli mai concessi agli autori stessi.

“Utilizzare opere protette da copyright per addestrare modelli generativi non è un atto ‘trasformativo'”, si legge nel documento. “Perché è come usare quelle stesse opere per educare gli autori umani, uno degli scopi originali di ogni creazione letteraria”. Il *brief* continua sottolineando che questo tipo di addestramento serve a creare opere che competono direttamente con quelle originali, un fine inequivocabilmente commerciale, soprattutto se perseguito da una società come Meta.

Ma non sono i soli a supportare gli autori. Anche l’International Association of Scientific, Technical, and Medical Publishers, l’associazione globale degli editori accademici e professionali, ha presentato un *amicus brief* in loro favore. E con loro, la Copyright Alliance, un’organizzazione no-profit che rappresenta i creativi in diverse discipline protette dal diritto d’autore, e l’Association of American Publishers. Un vero e proprio fronte unito a sostegno dei diritti degli autori.

Meta, dal canto suo, non è rimasta a guardare. Un portavoce ha segnalato altri *amicus brief*, depositati da un gruppo più ristretto di professori di diritto e dalla Electronic Frontier Foundation, che sostengono la posizione legale del colosso tecnologico. La battaglia legale è aperta.

Al centro della contesa, il caso “Kadrey contro Meta”. Autori del calibro di Richard Kadrey, Sarah Silverman e Ta-Nehisi Coates accusano Meta di aver violato i loro diritti di proprietà intellettuale, usando i loro ebook per addestrare i suoi modelli e rimuovendo le informazioni sul copyright per mascherare l’illecito. Meta si difende sostenendo che il suo addestramento rientra nel *fair use* e che, in ogni caso, gli autori non hanno il diritto di agire in giudizio.

Nonostante ciò, il giudice distrettuale Vince Chhabria ha dato il via libera al proseguimento del caso, sebbene abbia respinto una parte delle accuse. Nella sua sentenza, ha affermato che la violazione del copyright costituisce un danno concreto sufficiente per legittimare l’azione legale e che gli autori hanno fornito prove adeguate della rimozione intenzionale delle informazioni sulla gestione del copyright da parte di Meta.

Questa è solo una delle tante cause legali che riguardano il copyright e l’intelligenza artificiale. Tra le più importanti, ricordiamo la causa intentata dal New York Times contro OpenAI. La questione è complessa e le implicazioni enormi.

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Last Update: Aprile 13, 2025