Poche settimane fa, OpenAI ha sorpreso tutti annunciando l’adozione dello standard di Anthropic per far dialogare i suoi modelli di intelligenza artificiale con i sistemi che custodiscono i dati. Ora, Google segue la stessa strada, confermando una tendenza che potrebbe cambiare il futuro dell’AI.

Con un tweet che ha fatto il giro del web, Demis Hassabis, CEO di Google DeepMind, ha svelato i piani di Google: integrare il Model Context Protocol (MCP) di Anthropic nei suoi modelli Gemini e nel relativo SDK. Una mossa che, sebbene senza una data precisa, promette di aprire nuove frontiere per l’interazione tra AI e dati.

Hassabis non ha nascosto il suo entusiasmo per l’MCP, definendolo “un buon protocollo” e un “rapido standard aperto” per l’era “agentic” dell’AI. Un segnale chiaro della fiducia di Google in questa tecnologia e della sua volontà di collaborare con Anthropic e altri attori del settore per svilupparla ulteriormente.

Ma cosa rende l’MCP così speciale? In sostanza, permette ai modelli di AI di attingere a un’ampia gamma di fonti dati, dai software aziendali ai repository di contenuti, per svolgere compiti complessi. Immaginate chatbot capaci di accedere in tempo reale alle informazioni necessarie per rispondere alle vostre domande o automatizzare processi aziendali. Il protocollo crea connessioni bidirezionali tra dati e applicazioni AI, aprendo la strada a un’innovazione senza precedenti.

Il meccanismo è semplice ma efficace: gli sviluppatori espongono i dati tramite “server MCP” e creano “client MCP” (app e workflow) che si connettono a questi server su richiesta. Da quando Anthropic ha reso l’MCP open source, aziende come Block, Apollo, Replit, Codeium e Sourcegraph hanno già integrato il protocollo nelle loro piattaforme, dimostrando il suo potenziale e la sua crescente popolarità. Un segnale che l’era dell’AI “agentic” è davvero alle porte.

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Last Update: Aprile 13, 2025