Ogni tanto, spunta una startup dalla Silicon Valley con una missione così ambiziosa da sembrare quasi una parodia. Ti chiedi se sia vera o una trovata pubblicitaria ben orchestrata.

È il caso di Mechanize, una startup il cui fondatore, Tamay Besiroglu, ha suscitato un certo scalpore su X dopo averla presentata al mondo. A far storcere il naso non è solo l’obiettivo dichiarato, ma anche il potenziale impatto sulla reputazione di Epoch, l’organizzazione di ricerca sull’AI senza scopo di lucro fondata dallo stesso Besiroglu. Un direttore di Epoch, pare, ha accolto la notizia con un tweet sarcastico, parlando di “crisi di comunicazione”.

Ma di cosa si occupa esattamente Mechanize? Lanciata con un post su X, la startup si prefigge nientemeno che “la completa automazione di tutto il lavoro” e “la completa automazione dell’economia”. In parole povere, l’idea è di sostituire ogni lavoratore umano con un esercito di AI agent bot. Mechanize si propone di fornire i dati, le valutazioni e gli ambienti digitali necessari per automatizzare qualsiasi mansione.

Besiroglu ha persino stimato il mercato potenziale di Mechanize, calcolando tutti gli stipendi percepiti attualmente dagli umani: “Negli Stati Uniti, i lavoratori guadagnano circa 18 trilioni di dollari all’anno. A livello globale, la cifra supera i 60 trilioni.” Tuttavia, ha precisato che l’attenzione immediata sarà rivolta al lavoro impiegatizio, tralasciando per ora i lavori manuali che richiederebbero l’impiego della robotica.

La reazione del pubblico è stata tutt’altro che entusiasta. Anthony Aguirre, utente di X, ha espresso il suo disappunto: “Rispetto enormemente il lavoro dei fondatori di Epoch, ma sono rattristato nel vedere questo. L’automazione della maggior parte del lavoro umano è un enorme vantaggio per le aziende, motivo per cui molte delle più grandi aziende sulla Terra la stanno già perseguendo. Penso che sarà un’enorme perdita per la maggior parte degli umani.”

Il problema, però, non è solo la missione in sé. Epoch, l’istituto di ricerca di Besiroglu, è considerato un punto di riferimento imparziale per valutare le prestazioni dell’AI. La nascita di Mechanize solleva interrogativi sulla potenziale influenza della ricerca di Epoch sullo sviluppo di capacità frontier.

Non è la prima volta che Epoch finisce al centro di una controversia. In passato, l’organizzazione era stata criticata per non aver rivelato tempestivamente di aver ricevuto finanziamenti da OpenAI per la creazione di uno dei suoi benchmark sull’AI.

L’annuncio di Mechanize ha scatenato reazioni immediate. Oliver Habryka, sempre su X, ha commentato: “Questo sembra confermare che la ricerca di Epoch si stava direttamente riversando nel lavoro sulle capacità frontier, anche se speravo che non provenisse letteralmente da te.”

Besiroglu ha rivelato che Mechanize è sostenuta da nomi di spicco del settore, tra cui Nat Friedman, Daniel Gross, Patrick Collison, Dwarkesh Patel, Jeff Dean, Sholto Douglas e Marcus Abramovitch. Quest’ultimo ha confermato il suo investimento, motivandolo con l’eccezionale competenza del team e la loro profonda comprensione dell’AI.

Ma la domanda sorge spontanea: un mondo completamente automatizzato sarebbe davvero un bene per l’umanità?

Besiroglu cerca di rassicurare i detrattori, sostenendo che l’automazione totale del lavoro genererebbe una crescita economica senza precedenti, innalzando gli standard di vita e creando nuovi beni e servizi che oggi possiamo solo immaginare.

Certo, questo potrebbe valere per chi possiede gli AI agent. Ma se gli umani non avranno più un lavoro, come faranno ad acquistare tutti i beni prodotti dagli agent?

Besiroglu ribatte che i salari umani, in un mondo dominato dall’AI, dovrebbero addirittura aumentare, poiché i lavoratori diventerebbero “più preziosi in ruoli complementari che l’AI non può svolgere”.

Ma se l’obiettivo è che gli agent facciano tutto il lavoro? Besiroglu spiega che, anche in caso di calo dei salari, il benessere economico non dipende solo da questi, ma anche da altre fonti di reddito come affitti, dividendi e assistenza sociale.

Quindi, forse, diventeremo tutti azionisti o proprietari immobiliari. Altrimenti, c’è sempre l’assistenza sociale, a patto che gli AI agent paghino le tasse.

Al di là della visione radicale di Besiroglu, è innegabile che il problema tecnico che sta cercando di risolvere sia reale. Se ogni lavoratore umano avesse a disposizione un team di agent personali in grado di aumentare la sua produttività, l’abbondanza economica potrebbe davvero diventare una realtà. E Besiroglu ha ragione su un punto: a un anno dall’inizio dell’era degli AI agent, questi non funzionano ancora alla perfezione.

Sono inaffidabili, non conservano le informazioni, faticano a completare autonomamente i compiti e non riescono a portare avanti piani a lungo termine.

Ma Besiroglu non è certo l’unico a lavorare su queste problematiche. Giganti come Salesforce e Microsoft stanno sviluppando piattaforme agentic, e anche OpenAI sta investendo in questo settore. Le startup che si occupano di agent proliferano, specializzandosi in compiti specifici o lavorando sui dati di training. Altri ancora si concentrano sull’economia dei prezzi degli agent.

Nel frattempo, Mechanize è alla ricerca di nuovi talenti. L’avventura è appena iniziata.

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Last Update: Aprile 23, 2025