C’è una nuova opportunità all’orizzonte per i ricercatori che sognano di accelerare le scoperte scientifiche più importanti grazie all’intelligenza artificiale. Anthropic ha lanciato un programma dedicato, l’AI for Science program, pensato per dare una spinta ai progetti di ricerca “ad alto impatto”, con un occhio di riguardo particolare per la biologia e le scienze della vita.

Annunciato di recente, il programma mette a disposizione fino a 20.000 dollari in crediti API Anthropic. Un sostegno concreto, spalmato su sei mesi, destinato a ricercatori che verranno scelti per il valore del loro lavoro passato, la portata potenziale della loro idea di ricerca e, soprattutto, quanto l’AI possa davvero dare una marcia in più al loro progetto. Chi sarà selezionato avrà accesso all’intera gamma dei modelli AI standard di Anthropic, inclusi tutti i modelli Claude disponibili pubblicamente.

Immaginate cosa potrebbero fare le capacità avanzate di ragionamento e linguaggio delle AI: aiutare i ricercatori a districarsi tra dati scientifici complessi, far nascere nuove ipotesi, disegnare esperimenti e persino comunicare i risultati con maggiore chiarezza. Anthropic crede fermamente in questo potenziale. Come hanno spiegato, sono particolarmente interessati a supportare applicazioni dove l’AI può accelerare processi cruciali, come la comprensione di sistemi biologici complessi, l’analisi di dati genetici, la scoperta di farmaci (specialmente per affrontare le grandi sfide sanitarie globali!), l’aumento della produttività agricola e molto altro.

Anthropic non è sola in questo ottimismo. Molti nel mondo dell’AI guardano alla scienza come a un campo dove l’intelligenza artificiale può fare la differenza. All’inizio dell’anno, Google ha presentato un “AI co-scientist”, uno strumento che secondo il gigante tecnologico potrebbe aiutare gli scienziati a formulare ipotesi e a pianificare la ricerca. Anthropic, il suo principale “rivale” OpenAI, e altre organizzazioni come FutureHouse e Lila Sciences, hanno spesso sottolineato come gli strumenti AI possano enormemente velocizzare la scoperta scientifica, specialmente nel campo della medicina.

Eppure, non tutti nella comunità scientifica sono convinti che l’AI sia già pronta a prendere per mano il processo di scoperta. Molti ricercatori, infatti, non la considerano ancora particolarmente utile per guidare l’intero percorso scientifico. Il motivo? Soprattutto l’inaffidabilità dei modelli attuali.

Creare un vero “AI scienziato” è una sfida enorme. Pensate a quanti fattori imprevisti possono spuntare fuori in un esperimento! Forse l’AI può dare una mano a setacciare montagne di dati, a ridurre liste infinite di possibilità. Ma quella scintilla di intuizione, quella capacità di “pensare fuori dagli schemi” che porta alle vere svolte… quella è un’altra storia, e non è ancora chiaro se le macchine possano replicarla. Finora, diciamocelo, i risultati di questi sistemi AI pensati per la scienza non hanno sempre brillato. Nel 2023, Google aveva annunciato che circa 40 nuovi materiali erano stati sintetizzati con l’aiuto di una sua AI, GNoME. Ma un’analisi indipendente ha poi scoperto che, in realtà, nessuno di quei materiali era davvero qualcosa di mai visto prima.

Anthropic, ne siamo certi, spera che questo suo tentativo vada meglio dei precedenti. L’azienda ha fatto sapere che selezionerà i progetti migliori il primo lunedì di ogni mese, guardando al valore scientifico, al potenziale impatto, alla fattibilità tecnica e, giustamente, a rigorosi criteri di sicurezza biologica (per garantire che la ricerca proposta non possa avere applicazioni dannose). I ricercatori interessati possono candidarsi tramite un modulo sul sito di Anthropic. Le candidature saranno valutate attentamente da un team interno affiancato da esperti esterni nei settori specifici.

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Last Update: Maggio 9, 2025