Nel vasto panorama dell’intelligenza artificiale, ChatGPT si è affermato come un gigante, celebre per le sue straordinarie capacità di generazione del linguaggio. Eppure, anche i giganti inciampano. Un recente e curioso esperimento ha messo in luce un suo inatteso tallone d’Achille. L’ingegnere Robert Caruso ha organizzato una sfida scacchistica insolita: ChatGPT contro una veneranda console del 1977, l’Atari 2600. Il risultato? Sorprendente e, per certi versi, imbarazzante: non solo ChatGPT ha capitolato, ma lo ha fatto inanellando una serie di errori elementari.
Il campo di battaglia digitale era il gioco “Video Chess” del 1979 per Atari. Dopo novanta minuti di gioco, la performance di ChatGPT è stata a dir poco deludente. Caruso ha documentato l’incontro su LinkedIn, evidenziando come l’AI abbia scambiato torri per alfieri, ignorato palesi opportunità di forchette di pedoni e mostrato una costante confusione sulla posizione dei pezzi. Anche quando si è passati dalla grafica stilizzata dell’Atari alla più chiara notazione scacchistica standard, le cose non sono migliorate. Caruso ha commentato con ironia che gli errori commessi da ChatGPT sarebbero sufficienti “per farlo ridere in un club di scacchi di terza elementare”. In sintesi, a livello principiante, l’AI è stata sonoramente battuta.
È doveroso contestualizzare questo risultato. Sebbene in passato i computer abbiano dimostrato capacità scacchistiche sovrumane, culminate nella storica vittoria di Deep Blue su Garry Kasparov nel 1997, l’esito di questo esperimento non decreta l’inutilità di ChatGPT nel mondo degli scacchi. Dopotutto, si tratta di un modello linguistico generativo, non di un motore scacchistico progettato per la competizione. Le sue abilità di gioco sono, comprensibilmente, limitate. Forse, anziché sfidarlo sulla scacchiera, sarebbe più proficuo intavolare una conversazione sugli scacchi.
Questo episodio non solo rileva i limiti dell’intelligenza artificiale quando applicata a domini specifici che richiedono ragionamento strategico profondo, ma ci invita anche a una riflessione più ampia sulla tecnologia. Nonostante l’eccellenza dimostrata da ChatGPT in molteplici ambiti, le complesse dinamiche di una partita a scacchi rappresentano ancora un ostacolo significativo.